Dicono che le decisioni più importanti della vita si prendano seduti a tavola.
Se questa regola fosse sempre vera, chissà quali fenomenali strategie sarebbero dovute emergere da un Gruppo che ha trascorso la bellezza di 7 ore consecutive intorno a una tavola; insomma proprio una tavola non era perché si era così in tanti che ci si è arrangiati con il prato però non è che possiamo stare a fare tanto i precisi: se siamo Selvadec ci sarà un motivo.
Una volta tanto non si parla di corse e vette, ma di mangiare e bere, cosa che a quanto sembra ci riesce piuttosto bene.
L’idea nasce da Davide che invita tutto il branco dei Selvadec a fare una grigliata; per ingentilire la compagnia, a differenza di quanto succede nelle nostre scampagnate, si portano anche mogli e figli.
L’organizzazione dell’evento non si discosta molto da quello che si fa per mettere in piedi le nostre uscite: una serie di messaggi inutili, una pseudo lista delle cose da portare e poi… e poi ognuno fa quello che vuole.
Il risultato è che ci si ritrova con una quantità di carne che farebbe impallidire un macellaio e una quantità di birra degna di una sagra di Paese.
Come già ci accade quando ci si trova ad affrontare impegnative ascese, non ci facciamo scoraggiare da quello che ci aspetta e con buona lena, come degli affamati dopo un lungo digiuno, cominciamo la nostra personale battaglia contro tutto quello che viene messo sulla griglia.
Ovviamente, il mangiare e il bere vengono abbondantemente accompagnati da dotte disquisizioni sulla corsa, sugli allenamenti e sulle gare; la nostra fortuna è che siamo i primi a non prenderci sul serio perché dopo tutto, come il calabrone vola sfidando tutte le leggi della fisica, noi si corre sfidando tutte le leggi del buon senso.
Chiaramente più trascorrono le ore e i più i racconti diventano delle favole che potrebbero fare concorrenza ai Fratelli Grimm; alcune cose raccontate vengono chiaramente mitizzate, ma nessuno osa dubitarne e così finisce che non si riesce a smettere di ridere tanto che, giusto per rimanere nelle leggenda, si narra che qualcuno il giorno dopo abbia dovuto fare una seduta dal fisioterapista per farsi “sciogliere” le mascelle intorpidite dalle risate.
In qualche momento mi trovo ad osservare tutti quanti; è una cosa che mi piace fare quando sono in gruppo: mi allontano e osservo, un po’ come di fronte a un quadro che per vederlo bene ci si deve mettere un po’ più lontani.
Quando mi estraneo, mi ritrovo spesso a fare paragoni assurdi e anche questa volta non faccio eccezione: guardo e penso a New York dove sono stato di recente; penso subito al modo di mangiare veloce e al farlo spesso da soli; mi accorgo subito che qui siamo proprio in un altro mondo dove la cosa che più conta è la voglia di condividere e stare insieme.
E così si fa davvero fatica a tornare a casa, perché queste sono le giornate che vorresti prolungare all’infinito; però ad un certo punto bisogna andare ed è giusto farlo quando ancora si ha un po’ di voglia di rimanere, di modo che si crei già un senso di attesa per il prossimo appuntamento.
P.S. per uno del Gruppo che domenica ha fatto questa domanda esistenziale: “Se mangiassi e bevessi di meno, avrei dei risultati migliori nella corsa?”
Ho dovuto pensare molto per non darti un risposta avventata e ho prima preferito documentarmi leggendo qualche rivista scientifica.
Ebbene, per quanto ho appreso dalle mie letture, ritengo avresti risultati migliori... però sicuro non ci faresti ridere così tanto.
Quindi, continua pure così, hai la mia benedizione…